Donne e colpi da numero uno Safin saluta tutti e si ritira

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Lonely_sniper
view post Posted on 11/11/2009, 17:34




"Non vedo l'ora di mettere fine alla mia carriera" aveva detto a inizio anno Marat Safin, annunciando con voce fiera che "questa è la mia ultima stagione, giocherò un anno intero senza pensieri, poi basta". E la parola fine è arrivata oggi quando l'ultimo zar del tennis mondiale ha salutato il pubblico di Parigi dopo la sconfitta, quasi inevitabile, al secondo turno, contro l'argentino Juan Martin Del Potro, un giocatore che tutto sommato ricorda, per la potenza dei colpi, il Safin dei tempi migliori.


quella volta con sampras... — E il Safin dei tempi migliori è stato, seppur a sprazzi e per poco tempo, un giocatore imbattibile, l'unico prima dell'avvento di Nadal in grado di tenere testa al messia Roger Federer. Sebbene sia nato tennisticamente in Spagna, Safin ha rifiutato le caratteristiche proprie della gran parte degli spagnoli sviluppando un tennis più simile a quello del suo illustre connazionale Kafelnikov o addirittura vicino a quello della grande tradizione dell'est europeo. Superdotato fisicamente, potente nei colpi a rimbalzo, ottimo al servizio e buono anche nel gioco di volo, Safin è esploso nella finale dell'Open degli Stati Uniti del 2000 surclassando un Sampras ancor più incredulo che ammirato. Nessun giocatore al mondo è mai riuscito a ridicolizzare Sampras in una grande finale, finale che lo statunitense perse di schianto per 6-4 6-3 6-3. Quel match lanciò Safin verso la prima posizione mondiale che però riuscì a mantenere per appena nove settimane.


le "safinette" — Quello che sembrava essere un dominio annunciato, si trasformò in una serie di alti e bassi inquietanti che regalano onore a tennisti meno dotati, ma con più carattere come Kuerten, Ferrero, Hewitt e Roddick. Le delusioni invece si sarebbero via via infittite, non ultima la sconfitta nella finale dell'Australian Open 2002, quando si offrì stremato allo svedese Thomas Johansson, il più debole vincitore di uno slam dell'Era open. In quell'occasione lo seguiva in tribuna un trio di vistose bellezze passate alla storia come "Safinette".

un 2009 modesto — Tra un turbinio di fidanzate, eccessi, risse, ma anche tanto tennis, il Safin incompiuto ritrova per un attimo se stesso vincendo il titolo dell'Open d'Australia del 2005 dopo una memorabile semifinale in cui Marat avrebbe miracolosamente annullato un match point a un futuro immortale, tale Roger Federer. Il 2009, l'ultimo anno della carriera di Safin, è privo di acuti: terzo turno all'Open d'Australia (perde da Federer), poi tre sconfitte di fila (a Marsiglia contro Clement, a Dubai contro Gasquet e in Davis contro Crivoi). Sul cemento americano fa due terzi turni a Indian Wells e Miami, poi secondo turno a Monte Carlo e ancora tre eliminazioni all'esordio a Barcellona (contro Monaco), a Roma (Robredo) e Madrid (Tsonga). Al Roland Garros passa un turno poi perde dal francese Josselin Ouanna per 10-8 al quinto, a Wimbledon invece viene spazzato via dal modesto statunitense Jesse Levine (n° 133) per 6-4 al quarto. Dopo l'ultimo torneo su erba, gioca a Bastad l'ultimo torneo su terra perdendo in apertura contro Nicolas Almagro. La campagna sul cemento si apre con i quarti a Los Angeles, ma è un fuoco di paglia: dopo arrivano le sconfitte al 1° e 2° turno di Montreal, Cincinnati e US Open contro Jurgen Melzer. La fine si avvicina: secondo turno a Bangkok, quarti a Pechino e secondo turno a Shanghai nell'ultimo torneo giocato sul cemento. Poi il saluto alla sua Russia con il secondo turno a Mosca e la semifinale a St. Pietroburgo prima della resa di Bercy. L'unica vittoria dell'anno su un top ten a Mosca contro il connazionale Nikolay Davydenko.

quasi 15 milioni di premi — Il resto sono numeri di una carriera comunque di altissimo livello che Safin conclude oggi a 29 anni da numero 65 del mondo con un bilancio stagionale di 19 partite vinte e 22 perse, 2 Slam in bacheca, la prima posizione mondiale, 15 tornei vinti in 30 finali disputate e quasi 15 milioni di dollari di soli premi messi in cascina. Sul cemento è stato un vero numero uno, l'unico con Federer capace negli ultimi 10 anni di vincere sia l'Open degli Stati Uniti che l'Open d'Australia.
 
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