il prof e la strana-mail - 1°parte, trans

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•Gohan
view post Posted on 1/11/2009, 11:08




Qualcuno si era divertito a variare l’indirizzo e-mail di una giovane ragazza che raccontava, su un sito specializzato nel trattare l’argomento del seme maschile, la sua passione per questo tipo di nettare; in pratica la ragazza, tramite un messaggio nel libro degli ospiti, raccontava di come si sentisse appagata nel ricevere su tutto il corpo, ed anche nei suoi anfratti, questo succo bianco.

Fu così che il professore ricevette, al posto della ragazza, un buon numero di e-mails spedite da intrepidi ragazzotti disponibili a soddisfare questa sua passione; il giorno dopo la pubblicazione nel libro degli ospiti, la casella del prof conteneva già circa dieci letterine, alcune contenevano semplici elogi, altre erano molto spinte se non addirittura volgari.

Il prof non ci mise molto a capire da dove venisse l’equivoco, perciò, da persona onesta e ligia al dovere, prese la briga di rispondere a tutte le lettere; nel giro di due giorni, era riuscito a rispondere alle prime quindici, naturalmente nessuno si preoccupò di ringraziarlo, tranne uno che gentilmente chiese scusa e anzi approfittò per sfogare alcune sue opinioni su questo genere di cose. In pratica fece capire al prof che aveva scritto alla ragazza perché anch’esso amava spalmare il suo succo su un bel corpo femminile ma che amava farlo, molto più volentieri, sul corpo “femminile”, di un uomo; il prof non si fece scappare l’occasione, rispose subito al nuovo interlocutore e piano piano si fece raccontare le sue fantasie e le sue aspirazioni. In breve divennero amici, tanto che dopo circa una settimana dalla prima e-mail, il prof chiese a Luca, questo era il suo nome, se lo stimolava un incontro a tre con un bel ragazzo che avrebbe fatto volentieri da bambola sensuale e, in caso affermativo, se avrebbe potuto ospitare la performance da qualche parte. Luca non perse tempo, rispose subito dicendo che disponeva di un bel appartamento tranquillo dalle parti della Centrale e che bastava comunicargli il giorno e l’ora in modo da preparare una bella accoglienza alla “signorina” e al suo prof.

Il prof decise per la sera successiva, contattò la sua allieva che rispose molto entusiasta alla proposta; anzi per l’occasione avrebbe portato un completino davvero stimolante e si diedero appuntamento alle 21 davanti alla palazzina di Luca.

Peppina, l’allieva, arrivò puntuale; indossava un paio di jeans e una maglietta; parcheggiò e si avviò con il prof al portone; suonarono e una calda voce maschile li invitò a salire al terzo piano; arrivati con l’ascensore, trovarono Luca sulla porta che li accoglieva con un gran sorriso presagio di una formidabile serata.

Luca era alto circa 180 cm, un poco magro e biondo di capelli; nelle presentazioni si scoprì che anch’egli insegnava educazione fisica in un liceo e che quindi era un “collega” del prof.

Fatte le reciproche conoscenze, il prof prese in mano la situazione, fece sedere comodo Luca sul suo divano esortandolo a gustarsi la presentazione dell’allieva.



Luca si sedette con un espressione molto divertita, il prof prese Peppina e iniziò a spogliarla; via i pantaloni e sotto gli slip maschili si poteva vedere un pisellino rosato senza peli intorno sul pube, via la maglietta e si poteva vedere due belle tettine insospettabili viste dall’esterno; prima di abbigliare l’allieva, il prof fece vedere, soppesandole, come fossero belle piccoline ma sode le tettine, con due dita tastò e stuzzicò i capezzolini che si stavano sempre più rizzando; allargò le gambe a Peppina ed alzando il suo pisellino fece notare come fosse bello liscio e morbido il suo pube; la fece girare, le allargò le chiappette dischiudendo agli occhi del padrone un bel fiorellino rosa già abbastanza aperto. A questo punto prese dallo zainetto di Peppina l’occorrente per vestirla: un bel reggiseno trasparente con dei tulipani stampati sopra, lo fece indossare e si potè vedere le belle tettine sode che riempivano egregiamente la stoffa e soprattutto quei due bei chiodini tirati allo spasimo; le mutandine, anch’esse trasparenti sia davanti che dietro, li alzò sino alla vita; davanti, con il pisellino girato tra le cosce, si notava distintamente il morbido pube, quasi femminile, sinuoso, mentre dietro due belle chiappette tonde stringevano al centro la morbida riga del sederino.

Peppina era pronta, Luca già stava sudando per l’incredibile spettacolo e il suo pisello stava spingendo contro i pantaloni mostrando un bel rigonfiamento significativo; il prof aveva finito la sua prima parte, si sedette in poltrona dicendo a Luca e a Peppina che ora toccavo a loro e lui si sarebbe goduto la serata.

Peppina, da brava allieva allevata dal prof, non perse tempo; si avvicinò a Luca, si abbassò davanti a lui e gli accarezzò il viso; questi subito iniziò a conoscere con le mani il corpo dell’allieva: iniziò a palpare le sue tettine, scese con una mano sul pube e con l’altra prima palpeggiò le chiappette, poi scosò le mutandine alla ricerca del fiorellino. Peppina iniziò a spogliare Luca, via la maglietta e i pantaloni con le mani; poi sensualmente prese tra i denti i suoi slip e aiutata da Luca, li tirò giù sino alle caviglie per poi toglierglieli del tutto con un ultimo colpo di denti.

Ora Luca era nudo, Peppina si sedette su di lui offrendogli la schiena; in questa posizione, il padrone di casa iniziò a massaggiare le tettine e i capezzoli; Peppina già stava mugolando di piacere sentendo quelle mani sul suo corpo; poi Luca scesa per tutto il suo corpo sino ad infilare le mani nelle sue mutandine, il morbido pube lo faceva impazzire.

Il prof intanto si era avvicinato a loro, non contento di massaggiarsi il pisello, pensò bene di avvicinarlo al viso di Peppina che in un attimo lo fece scomparire nella bocca; così mentre Luca prendeva conoscenza del corpo dell’allieva, il prof si stava facendo trastullare dalla calda bocca della sua preferita.

Poco dopo, Luca chiese di poter conoscere dall’interno il corpo della sua bambolina; il prof tolse il suo arnese bello scappellato dalla bocca, tanto avrebbe avuto il suo servizietto più tardi; Luca fece alzare Peppina e l’accompagnò in camera; mentre il prof si sistemava da una parte, il padrone di casa fece stendere Peppina; le tolse il reggiseno lasciando uscire due tettine ben inturgidite dalla situazione e poi anche le mutandine.

Ora Peppina era bella nuda e seducente; Luca prese dal comodino un preservativo, allargò le gambe alla sua bambola, spalmò un po’ di vaselina sul fiorellino e iniziò ad affondare la sua mazza, abbastanza grossa, nel buchetto; in questo modo Peppina si trovò ad essere penetrata dal davanti come una bella donna ma con quel piccolo pisellino che ballonzolava a destra e sinistra a seconda dei colpi ricevuti più sotto. Il prof era eccitato, vedeva Luca estasiato dalla scopata che stava consumando, Peppina felicissima di ricevere un pisello così grosso; non resistette e rimise in bocca il suo pisello a Peppina. Ora la bambola riceveva due colpi all’unisono nei suoi due dolci buchi; inoltre, benché eccitata, il suo pisellino non dava segni di gioia, sembrava lì a vedere cosa il suo padrone è in grado di fare.

Luca venne per primo, assestando un affondo che fece quasi uscire dalla bocca di Peppina il pisello del prof; ciononostante, lasciò il suo arnese nel culetto e si concentrò ad accarezzare il pube della bambola mentre questa portava finalmente il prof a svuotare il suo succo nella bocca.

I due uomini si stesero sul letto, la bambola li aveva sfiancati per bene; mentre si riposavano, Peppina ne approfittò per una rapida doccia e per ripulirsi il viso dagli schizzi del suo prof.

Mentre i due l’aspettavano sul letto per continuare l’allegra serata, Peppina, nuda e con andatura sensuale, arrivò al letto, si accucciò in ginocchio e iniziò a maneggiare le due aste con le sue mani …

In breve quella di Luca tornò pronta per un altro servizio all’allieva; detto fatto prese la bambola e la mise alla pecorina rivolta verso il prof; in quella posizione Luca si mise dietro il culetto mentre il prof si sedette davanti al viso della loro bambola. Iniziò il prof a inserire il suo pisello nella bocca vogliosa dell’allieva, dopodiché Luca affondò il suo nel fiorellino già ben allargato dal numero precedente; un bello spettacolo commentarono i due uomini, questo corpo sinuoso che riceveva dai suoi due buchi opposti le due estremità del piacere. Il prof, che conosceva la sua cerbiatta, allungò la sua mano sul pube di lei, con gesti lenti massaggiava il suo pube, strizzando di tanto in tanto il pisellino ancora piccolo e roseo; mentre Luca, per aiutarsi ad affondare meglio il proprio pisello, si era letteralmente aggrappato alle tettine, massaggiandole e titillando i capezzolini sempre al limite dello scoppio.

La bocca stava facendo uno splendido lavoro, infatti il prof era quasi al limite dello scoppio; Peppina voleva essere al massimo del suo compito per cui assecondava gli affondi di Luca per meglio impalarsi e nello stesso tempo far in modo di procurare un orgasmo ai suoi cavalieri nello stesso momento; Luca capì al volo la situazione e approfittò per spingersi anche lui sempre più in fondo nelle viscere della bambola; oltretutto questa volta non aveva il preservativo perché Peppina gli aveva rivelato quella sua strana voglia di vedersi colare nettare dalla bocca e dal buchino.

E così fu, poco dopo i due cavalieri scoppiarono, riversando nella bocca e nel buchetto i loro nettari; Peppina rimase posizionata alla pecorina, voleva vedersi nell’enorme specchio della camera mentre i rigoli uscivano dai sue due buchi, specialmente voleva vedere colare dal suo fiorellino il succo e finire sulle sue cosce.

Finita la soave colata, Luca prese in braccio la bambola e la portò nella vasca, voleva sdebitarsi con lei facendole una veloce doccia; una volta in bagno, il prof le chiese se non doveva fare pipi, infatti sorridendo, Peppina si sedette sul water a gambe aperte come una dolce signora e si scaricò; ma non del tutto, appena adagiatasi nella vasca, si fece l’ultima scaricatina di pipi addosso, come il prof gli aveva insegnato e soprattutto come gli aveva ordinato.

Così bella bagnata della sua dorata pioggia, Peppina si fece lavare da Luca; questi aveva due mani morbide che le scuotevano il corpo ogni qual volta la toccava, in più sapeva dove indugiare per strappare gridolini di piacere alla bambola.

Al prof toccò l’onore di asciugarla, anche lui sapeva dove ficcare le sue mani, anzi sapeva anche dove infilare uno, due, tre dita per far arrapate la sua allieva; così Peppina si trova esplorata nel fiorellino dal suo prof, era un po’ che non si gustava questa bella esperienza.

L’attività aveva messo sete a tutti, Luca ebbe un’idea bizzarra ma stuzzicantissima; propose di scendere tutti in cantina ma di portare Peppina svestita da femmina, e così fu.

Prese una sua maglietta lunga, la fece indossare a Peppina senza il reggiseno, gli alzò le mutandine trasparenti sino alla vita, non prima di averle infilato una banana, ben oliata di vaselina, nel culetto; l’allieva non stava più nella pelle, il suo buchetto era ormai ben dilatato, due dita entravano tranquillamente, bastava solo appoggiarle; per cui bastò solo allargarle le gambe e piegarla un poco per poter impalarla col frutto; oltretutto la banana, non lunga, quasi scomparse tra le sue chiappette.

Uscirono, presero l’ascensore sperando e non sperando di incontrare nessuno; Peppina era a piedi nudi, la maglietta gli copriva sino a metà le cosce e camminava buffamente con quel bel frutto nel fiorellino.

Arrivarono in cantina, nessuno li aveva visti; presero due bottiglie di bibite e mentre stavano aspettando l’ascensore per risalire, arrivò un altro condomino amico di Luca; rimase sorpreso, era evidente che quella bella bambola era in realtà un ometto, salutò un po’ sorridente e ricordò a Luca quel favore che gli doveva.

Quel favore era semplice da intuire, voleva anche lui conoscere quella graziosa cerbiattina che scodinzolava in cantina col culetto tappato da una banana
 
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